999 domande e 1 ricetta per sentirsi a casa

Foodiary deriva da un’esigenza: il bisogno di ricominciare, la ricerca della novità.

Nel primo post vi racconto di un tema che mi sta a cuore, la CASA, e che in qualche modo mi ha spinto a ritagliarmi uno spazio in questo mondo. Il rapporto con la mia casa è in eterno conflitto, è il posto in cui mi piace tornare quando sono lontana, ma è anche il primo da cui vorrei fuggire: gli oggetti, gli armadi in disordine, i cassetti troppo pieni.

È così che:

Questo bisogno di cambiare casa s’è fatto così insistente, che per darmi una regolata ho deciso di partire da un’abitazione virtualeFooDiary è il mio nuovo appartamento, con mobili altrettanto nuovi, armadi senza cambi stagione in sospeso, cassetti ancora vuoti.
La possibilità di rimettere le cose al posto giusto.

La casa è anche il tema della mostra di 999 domande curata e ideata da Stefano Mirti, che la Triennale di Milano ospita dal 12 gennaio al 2 aprile 2018.

Aver partecipato all’inaugurazione mi ha permesso non solo di riavvicinarmi al mondo dal quale provengo, quello dell’arte ai tempi dell’Accademia di Brera, ma è stata anche l’opportunità di scoprire in prima persona un’esperienza interattiva unica e ricca di suggestioni.

Una mostra da guardare, ma anche da toccare, un’alternanza di vere e proprie attività che vi porteranno a interagire personalmente con una serie di nuovi modi di abitare. Lo spazio che la mostra occupa è esso stesso una grande casa.

Le 999 domande, che aprono la rassegna, scorrono su centinaia di LED retti da fili metallici all’interno di una stanza completamente buia. Un’installazione realizzata in collaborazione con Edison, sponsor del progetto, che incuriosisce e spinge a trovare magari anche qualche risposta, oppure semplicemente a riflettere.

I progetti che seguono sono una cinquantina e vedono coinvolti altrettanti autori provenienti da diversi ambiti. Ciascun progetto ha lo scopo di indagare su ciò che significa abitare oggi, ma anche su cosa vorrà dire in futuro.

È il caso degli studenti dello IED di Como che con “Future Nomad” analizzano il tema della realtà virtuale: l’idea trae spunto dai servizi on-line che stanno cambiando il modo di abitare. Attraverso un visore di realtà virtuale potrete cimentarvi nella progettazione di componenti d’arredo o degli spazi stessi, così come li vorreste nella vostra casa ideale.

C’è poi “Abitare Pop”, progetto dinamico e stimolante, curato dagli studenti di social design e fotografia di NABA.

La casa in questo caso è quella popolare (da cui deriva POP) dei quartieri di edilizia residenziale pubblica di Milano. Le case popolari infatti rappresentano una sorta di enorme database da cui attingere storie, racconti, esperienze belle e brutte, persino ricette!

In questo spazio potrete:

  • scrivere una cartolina e spedirla in una buca delle lettere a voi dedicata. Le cartoline ritraggono scorci POPolari di Milano e verranno inviate veramente.
  • rispondere al telefono e lasciare un messaggio

  • premere un tasto e ascoltare una storia registrata al citofono dagli abitanti delle case pop (i citofoni stanno già riscuotendo grande successo su Instagram).

  • cercare la vostra ricetta pop preferita nelle cassette postali.

Quale delle azioni avrà mai compiuto Azzurra?

La ricetta che ho scelto tra quelle contenute nelle cassette postali non poteva che essere questa.

LA RICETTA DELLA CASA NUOVA

Ingredienti

400 g di fusilli
700 g di cavolfiore
3 spicchi d’aglio
2 cucchiai di olio extravergine
prezzemolo tritato
pecorino grattugiato q.b.
Sale q.b.
Pepe q.b.

Peperone crusco MAB

PROCEDIMENTO

Pulite il cavolfiore e riducetelo in cimette che farete cuocere per 10 minuti in abbondante acqua salata. Dopo che saranno cotte, levatele dall’acqua con una schiumarola e tenetele da parte. Nella stessa acqua fate cuocere la pasta. Intanto fate soffriggere in una larga padella i tre spicchi di aglio con i semi del peperoncino nell’olio, aggiungete le cimette di cavolfiore e la pasta, scolata un po’ al dente. Fate cuocere per due minuti, unite il pepe, il pecorino, il prezzemolo tritato e aggiustate di sale. Se necessario, mescolate e servite. (Ricetta riportata fedelmente)

Io ho aggiunto il peperone crusco.

NOTE

Quando si cambia spesso casa non ci sentiamo a nostro agio perché essa non ha il nostro odore e quindi, inconsciamente non la riconosciamo come nostra. Per prendere possesso della casa i miei genitori, quando cambiavamo casa, la prima cosa che cucinavano era una pasta con il cavolfiore in modo da diffondere l’odore della verdura e sentirsi più a casa.

Foodiary è la mia risposta a questa mostra, a dimostrazione che la casa, in fondo, è anche uno stato mentale. Se non la puoi cambiare, (re)inventala.

 

999. Una collezione di domande sull’abitare contemporaneo

A cura di Stefano Mirti
12 gennaio – 2 aprile 2018

Triennale di Milano
Viale Alemagna, 6
20121 Milano

Tel. 02 724341
www.triennale.org

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